L’immagine che ho sempre avuto della Sardegna è quella di splendide spiagge di sabbia fine e mare dal blu cristallino, ma anche di località molto turistiche. Per questo motivo non sono mai stata attirata da quest’isola che è stata assente dalla mia lista di luoghi da visitare fino a pochissimo tempo fa.
Nel corso di questa estate infatti mi sono ritrovata in cammino con una sarda (Francy), un mezzo sardo (Mauro) e un sardo acquisito (Winky). Era inevitabile che la mia percezione della Sardegna cambiasse 😊
Per la prima volta ho sentito il desiderio di andare a scoprirla così ho chiesto proprio ai “locals” cosa vedere in Sardegna.
A metà settembre mi sono organizzata per andare a trovare Francy che abita a Cagliari, cogliendo l’occasione di incontrare anche Winky e altre belle anime che in quei giorni si trovavano nella zona di Oristano per condividere insieme delle esperienze e attività in natura.
Faccio un biglietto di sola andata con l’intenzione di stare tra i 10 e 15 giorni, accompagnata da @lozainodifaby che è stata la mia compagna di viaggio in questa avventura dove nulla era programmato, e già questo è tutto dire 😊
Noleggiamo una macchina spostandoci da Cagliari alla Provincia di Oristano fino a toccare quella di Sassari e Nuoro per poi ridiscendere attraverso il Sud Sardegna, esplorando foreste di alberi monumentali, diversi nuraghi e tombe dei giganti, fontane e cascate inaspettate, ma anche qualche sosta per fare un bagno, in fondo eravamo pur sempre in Sardegna 😊
Mi sono emozionata nel vedere decine di stelle cadenti, almeno un arcobaleno al giorno (eh sì il meteo non è stato sempre dei migliori), a sentire l’energia che certi luoghi antichi e mistici ancora custodiscono.
Ho scoperto una Sardegna insolita in un viaggio che ha segnato per me un momento di svolta importante nella mia vita, forse anche per questo ho vissuto tutto con maggiore intensità, ma in fondo ho sempre creduto che ogni viaggio arriva al momento giusto per accompagnarti in una trasformazione (scopri cosa vuol dire turismo trasformativo).
Aver condiviso questo viaggio sia fisico che interiore con due “sorelle” è stata per me un’esperienza totalmente nuova visto che ero abituata a viaggiare o col mio compagno o da sola. La condivisione è infatti parte integrante del viaggio e ti aiuta a vedere le cose anche da un’altra prospettiva.
Solitamente prediligo esperienze in natura ed introspettive rispetto a itinerari storico-artistici, ma in questo caso brevi cenni ai luoghi di culto e alle affascinanti testimonianze di una civiltà antichissima e misteriosa come quella nuragica, sono d’obbligo.
Sono sicura che la prossima volta che penserete alla Sardegna avrete anche voi un’immagine “diversa” rispetto ad un’isola fatta solo di spiagge.
Cosa vedere in Sardegna: Nuraghi e Tombe dei Giganti
Cosa sono i nuraghi
I nuraghi sono torri di forma cilindrica tipici della Sardegna costruiti dall’età del bronzo a quella del ferro da quella che è stata definita la civiltà nuragica, ovvero le popolazioni locali che abitavano l’isola già 4-5000 anni.
Sono costruiti sovrapponendo grosse pietre a secco e infatti una delle ipotesi circa il significato del nome è che derivi dalla parola “nur”, ovvero mucchio di pietre cavo.
Sono strutture uniche nel loro genere di cui ancora oggi non si conosce con esattezza la funzione, probabilmente originariamente costruiti a scopo difensivo, si pensa utilizzate anche per scopi religiosi, è in dubbio che abbiano avuto un ruolo centrale per le società di quell’epoca visto la presenza di ben 7000 nuraghi ritrovati in tutta l’isola che costituiscono una delle cose assolutamente da vedere in Sardegna.
Su Nuraxi e Casa Zapata (Provincia del Sud Sardegna)
Una delle cose da vedere in Sardegna è il complesso archeologico Su Nuraxi, uno dei principali e meglio conservati complesso nuragico della Sardegna, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1997, situato a Barumini nella provincia del Sud Sardegna.
Costruito con pietre di basalto estratte dal vicino Parco della Giara, è costituito da una torre centrale di ben 18 metri e quattro angolari più basse (14 metri). Tutto intorno un esteso villaggio di capanne a forma circolare, di cui interessanti la capanna delle riunioni ed una invece detta “rotonda” che presenta un contenitore in pietra usato probabilmente per rituali legati all’acqua.
Ad un paio di chilometri dal complesso archeologico nel centro del paese di Barumini si trova un altro nuraghe scoperto durante la ristrutturazione di Casa Zapata, una residenza nobiliare costruita nel XVI secolo dalla famiglia aragonese Zapata proprio sopra ad un edificio nuragico.
Oggi trasformata in polo museale, è possibile accedere alla casa ed essere catapultati indietro di qualche millennio osservando sotto i pavimenti gli scavi che mostrano i resti di questo nuraghe che presenta una torre centrale, tre perimetrali e due cortili, di cui uno dotato di pozzo. Davvero un contrasto particolare.
Nella sezione museale si trovano inoltre numerosi reperti rinvenuti nel complesso archeologico di Su Nuraxi.
Nuraghe Losa (Provincia di Oristano)
Siamo rimaste piacevolmente sorprese da questo luogo vicino ad Abbasanta scoperto “per caso” grazie alle indicazioni situate lungo la superstrada Cagliari-Olbia.
Il nome significa “nuraghe delle tombe” in quanto ai margini dell’area archeologica sono state trovate delle urne cinerarie romane scavate nella roccia.
Il complesso centrale ben conservato risale al XV-XIV secolo a.c. ed è costituito da un mastio che ha mantenuto la forma a cupola e due torri laterali e una posta sul retro. E’ possibile salire alla camera superiore della torre centrale alta 13 metri per mezzo di una scalinata a spirale, purtroppo però non è possibile proseguire al livello superiore.
Il complesso è circondato da mura intorno alle quali si possono vedere i resti di un antico villaggio di capanne solo in parte riportato alla luce.
Area archeologica di Tharros (Provincia di Oristano)
Tra le cose da vedere in Sardegna se siete nella provincia di Oristano c’è l’area archeologica di Tharros, situata all’estremità della penisola di Sinis.
Affacciato sul mare, questo antico insediamento dell’VIII secolo a.c. dai Fenici in un’area già frequentata di età nuragica. Sono infatti presenti resti di nuraghi alla base della Torre spagnola di S. Giovanni, altri due invece a Capo San Marco e nell’insenatura Sa Naedda.
Vi sono resti della città fenicia, del sistema di fortificazioni, della necropoli e del tempio dalle semicolonne doriche, mentre di epoca romana l’acquedotto collegato ad una struttura a pianta quadrata per la raccolta dell’acqua, aree funerarie e impianti termali.
Cosa sono le tombe dei giganti
Strutture sepolcrali megalitiche di origine nuragica così chiamate perché si crede fossero costruite da esseri sovrumani, veri e propri giganti per l’appunto, a seguito del ritrovamento (secondo una “leggenda”) di ossa umane di enormi dimensioni.
Si tratta di luoghi di sepoltura collettiva, probabilmente utilizzati come ossari, il che spiegherebbe il motivo delle piccole dimensioni dell’apertura da cui si accedeva tramite la quale sarebbe stato impossibile far passare dei corpi.
Ne sono state scoperte più di 300 in tutta la Sardegna di varie dimensioni. Solitamente costituite da un corridoio che può arrivare fino a 30 metri di lunghezza e 3 di altezza. La parte frontale solitamente presenta una forma a semicerchio delimitata da massi sovrapposti o che si erigono verticalmente dal suolo.
Si dice che queste tombe siano collocate in corrispondenza di canali energetici particolari per questo motivo attirano l’attenzione di sempre più persone interessate non solo al loro valore storico ma anche mistico.
Sono stata in tre diverse tombe dei giganti e posso confermare che sono luoghi davvero misteriosi e affascinanti dove si percepisce una energia particolare perciò le consiglio vivamente tra le cose da vedere in Sardegna.
Tomba di Is Concias (Provincia di Cagliari )
Conosciuta anche come Sa Domu e S’Orcu, è situata sui Monti dei Sette Fratelli in località Quartucciu, perciò raggiungibile solo in auto (circa 30 min da Cagliari). Si parcheggia sulla strada all’altezza di un cartello non troppo visibile da cui parte un sentierino a piedi di pochi minuti.
Di epoca nuragica (età del bronzo), la tomba si presenta come una serie di filari di granito che si aprono a formare un’esedra e al suo interno un corridoio di circa 8 metri che fungeva da camera funeraria a cui si accede attraverso una piccola apertura architravata. All’ingresso ancora presente anche il menhir che spesso caratterizza proprio questo tipo di strutture.
Tomba dei giganti Sa Pruna (Provincia di Sassari)
La tomba dei giganti di Sa Pruna è immersa nella foresta demaniale di Fiorentini a Bultei, in provincia di Sassari, circondata da splendidi alberi di sughero ma comunque facilmente raggiungibile in auto tramite strada sterrata.
La nostra intenzione era di fare una passeggiata partendo dalla stazione della forestale ma purtroppo il meteo era davvero impietoso (pioggia e un gran freddo) perciò abbiamo preferito proseguire in auto.
Tomba dei giganti di Imberthighe (Provincia di Nuoro)
Situata a Borore, questa tomba è caratterizzata dalla stele monolitica centrale alta più di 3 metri.
La tomba è facilmente raggiungibile in auto a poche centinaia di metri dal paese.
Posti magici in Sardegna: Equinozio al Pozzo di S. Cristina
Volendo stilare una lista di cose da vedere in Sardegna tra i primi posti includerei il Pozzo di S. Cristina, la principale espressione dell’architettura nuragica, un luogo misterioso e magico risalente a 3500 anni fa.
Questo complesso archeologico si trova a Paulilatino, in provincia di Oristano a 1 minuto dall’uscita della superstrada.
Dedicato al culto dell’acqua, il pozzo incanta per le sue geometrie perfette della scala a forma trapezoidale che disegna un triangolo a punta in giù mentre si scende e alla rovescia con la punta in su mentre si risale, a rappresentare l’equilibrio tra maschile e femminile, la luce e il buio.
Il Pozzo di S. Cristina è stato il primo nuraghe che ho visto in Sardegna, inutile dire che me ne sono subito innamorata. Difficile descrivere l’energia che qui si respira. La mia esperienza è stata di grande impatto visto che qui abbiamo incontrato Winki, che non vedevo dal cammino fatto insieme pochi mesi prima (leggi della mia esperienza trasformativa in cammino), ed altre persone con cui ero in contatto solo tramite social.
Insieme ci siamo approcciati al pozzo a cui si accede tramite un atrio “sacro” circondato da un muretto di pietre di basalto. Da qui 25 scalini conducono nel ventre di Madre Terra fino a giungere alla fonte di acqua il cui livello rimane sempre costante in quanto alimentata da una falda perenne.
Alzando gli occhi si è sovrastati dalla camera a tholos (o falsa cupola) che si innalza verso il cielo per 7 metri lasciando uno spiraglio di luce filtrare dall’apertura.
Nei giorni dell’equinozio di primavera e di autunno (quando siamo stati noi) la luce entra perfettamente perpendicolare all’interno del pozzo.
Tenete presente però che visitare il pozzo in queste giornate significa anche trovarsi a fare la coda insieme a numerosi turisti e curiosi che scelgono proprio questa occasione per recarsi in questo luogo sacro.
Noi siamo state fortunate perché dopo la nostra prima visita il pomeriggio precedente, siamo tornate la mattina dell’equinozio molto presto ed eravamo completamente sole potendone godere di tutta la sua energia in tranquillità. Sebbene non abbia visto la luce di mezzogiorno entrare dalla cupola è stata un’esperienza comunque (anzi probabilmente più) potente.
Accanto al complesso nuragico è sorto nel 1200 un villaggio cristiano con la chiesetta di S. Cristina e le ben conservate muristenes (tipiche casette in sasso che una volta ospitavano i monaci), a dimostrazione che certi luoghi vengono scelti da diverse civiltà e culti nel corso di millenni grazie alle proprie caratteristiche di importanza strategica ed energetica.
Proseguendo il sentiero si arriva invece ad un nuraghe composto da una sola torre antecedente al pozzo ovvero al XV secolo a.c.
Parlare di Sardegna senza citare le sue splendide spiagge sarebbe una grave omissione. Personalmente ho passato un paio di giorni tra le spiagge della Sardegna orientale in provincia di Oristano che ho trovato bellissime, ancora piuttosto selvagge. Viaggiare in Sardegna a settembre è stata un’ottima scelta in quanto c’erano davvero pochi turisti (soprattutto quest’anno a causa della situazione generale).
Guidando su una breve strada sterrata e camminando per cinque minuti tra le dune di sabbia mi sono trovata di fronte a Sa Mesa Longa, la mia prima spiaggia in Sardegna dove ci siamo goduti una giornata in compagnia tra un bagno e un falò sotto un cielo stellato indimenticabile.
Con i piedi affondati nella sabbia cristallina composta da minuscoli frammenti di quarzo della rinomata Is Arutas ho passato un pomeriggio a tessere un “Ojos de Dios” (occhio di Dio), un mandala della tradizione dei nativi d’America che rappresenta un buon auspicio, un desiderio, un intento per il nuovo anno, che ancora oggi tengo ben in vista nel mio salotto ricordandomi ogni giorno di quella splendida giornata ma soprattutto del mio sogno da realizzare.
Ad Is Arutas ho meditato all’alba mentre la spiaggia si tingeva di rosa e un arcobaleno si apriva sopra le nostre teste mentre guardavamo col naso all’insù e la meraviglia negli occhi.
Un’altra spiaggia meravigliosa dove ci siamo fermate un paio d’ore è quella di S’Archittu, una caletta abbracciata da un lato dal caratteristico arco di roccia calcarea scavato dall’erosione del mare e del vento.
La Sardegna dell’acqua: fonti, cascate, pozzi e terme
La mia immagine della Sardegna prima di visitarla era quella di una terra arida. Ho dovuto ricredermi perché alle spalle delle coste selvagge, nell’entroterra si possono trovare luoghi in cui l’acqua sgorga in abbondanza attraverso fontane, cascate, pozzi e stabilimenti termali.
Non è un caso che siano stati costruiti luoghi sacri nelle vicinanze di queste sorgenti, legati probabilmente al culto delle acque.
Un argomento per me molto affascinante di cui si trovano poche informazioni, ma che ho potuto vivere in prima persona visitando alcuni di questi luoghi insoliti.
Sette Fonti e San Leonardo (Provincia di Oristano)
Situata alle pendici di Montiferru a quasi 700 metri slm, nella frazione di Santu Lussurgiu, si trova immersa nel verde la chiesetta di San Leonardo del XII secolo in stile romanico-pisano, da cui parte un breve sentiero lungo il quale sono disposte le “sette fontane” (anche se oggi non sono più 7).
Riferimenti a queste fonti si possono ritrovare già in antichi documenti in latino Ad Septem fontes e, successivamente sotto la dominazione spagnola, rinominate Siete Fuentes.
Grazie alla composizione del complesso vulcanico su cui scorrono e al fatto che attraversano rapidamente il sottosuolo, presentano una bassa percentuale di sali minerali, per questo sono considerate acque oligominerali leggere e buone da bere anche in gran quantità. Provare per credere!
Villaggio di San Salvatore di Sinis (Provincia di Oristano)
Questo grazioso paesino dalle case colorate sembra sospeso ad un tempo che fu quasi come fosse il set di un film. Al centro del paese la chiesetta di San Salvatore costruita nel XVII secolo sopra ad un interessantissimo ipogeo pagano risalente al IV secolo d.c. (anche se l’area sacra si pensa risalga all’età nuragica) a cui si accede attraverso una scala all’interno della chiesa, che però al momento in cui l’abbiamo visitata noi non era aperto alle visite.
Sulle pareti del corridoio sotterraneo sono presenti pitture di eroi e divinità classiche, simboli cristiani e imbarcazioni, oltre ad iscrizioni in greco, latino ed arabo.
Le raffigurazioni sembra siano legate al culto dell’acqua. Il corridoio culmina infatti in una stanza circolare dove si trova un antico pozzo la cui acqua era ritenuta salutifera.
Terme Fordongianus (Provincia di Oristano)
I Romani si sa erano grandi appassionati di terme e infatti a Fordongianus fondarono due stabilimenti termali già nel I e III secolo d.c.
Lo stabilimento più antico, inserito nel sito archeologico, è alimentato da acqua calda di una temperatura di 54°C raccolta in una piscina rettangolare. Il secondo edificio invece offre un percorso curativo tra ambienti di diverse temperature.
Io e Faby però, anziché lo stabilimento, abbiamo optato per un bagnetto al tramonto nelle pozze naturali antistanti il complesso dove l’acqua del fiume “rinfresca” l’acqua che sgorga bollente direttamente dalla terra.
Ammetto di non essere una gran patita di terme, ma una tappa rilassante dopo giorni in giro in macchina ci stava 😊
Cagliari: cosa vedere (e mangiare)
Vi avviso che a Cagliari si cammina spesso in salita visto che è adagiata sulle colline dove sono state costruite fortificazioni per difendere la città.
Ho trascorso solo una giornata in centro quindi la mia vuole essere una semplice “guida” per orientarsi in città e segnarvi alcuni “must” da vedere se avete poco tempo a disposizione.
Per cominciare le due vie principali: Via Garibaldi è la strada pedonale che sale dal mare verso il quartiere del castello, dove si trovano negozietti e bar, mentre Via Roma è la via principale porticata nel quartiere della Marina che costeggia il porto dove si trovano negozi più “commerciali”, da cui si diramano una serie di viuzze dove potete trovare tanti locali etnici e trattorie.
Cosa vedere a Cagliari
Cagliari Castello
Castello è uno dei quartieri storici fondato dai Pisani nel 1300 e dotato di torri, bastioni e cinta muraria a cui ancora oggi si accede attraverso delle porte medievali. Da sempre rappresenta il quartiere dove si trovano i palazzi nobiliari e del potere, ed oggi le principali istituzioni della città, oltre che l’università.
Noi siamo “salite” lungo una scalinata monumentale attraverso il bastione di St. Remy che offre una terrazza panoramica sul porto, esplorando poi le strette viuzze molto caratteristiche che offrono scorci suggestivi.
Cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Cecilia
La facciata restaurata negli anni ’30 del secolo scorso potrebbe ingannare sulla sua origine che risale invece all’ epoca gotica-romanica, poi rimaneggiata secondo lo stile del barocco genovese.
Particolare è la cripta santuario dedicata ai martiri della città di Cagliari costruita a inizio del 1600.
Santuario e Basilica di Nostra Signora di Bonaria
La Basilica viene spesso confusa con la Cattedrale vista l’imponenza di questo complesso monumentale situato in una posizione sopraelevata sul colle di Bonaria e rivolto verso il mare.
Il Santuario risale al 1300 quando fu edificato da Alfonso da Aragona che aveva faticosamente conquistato la città e aveva su questo colle costruito una cittadella per ragioni di difesa, facendone la prima Capitale del Regno di Sardegna.
La Basilica invece fu edificata nel corso di ben due secoli (1700-1900).
Quello che colpisce salendo la lunga scalinata che conduce sul grande piazzale di ingresso, è senza dubbio la imponente facciata e le due sculture in bronzo, una della Vergine e l’altra di una nave in balia dei venti.
Litorale e Torre del Poetto
Una lunga spiaggia di 8 km di sabbia fine immancabile per chi visita Cagliari.
Da qui ci siamo dirette verso la Marina Piccola alla sua estremità, da dove con un sentiero (ripido e un po’ dissestato) abbiamo raggiunto la Torre del Poetto, torre di avvistamento costruita dagli spagnoli nel XVI secolo ed oggi diroccata.
La vista da qui si perde all’orizzonte tra il blu del mare e del cielo.[
Trekking alla Sella del Diavolo
Siamo salite alla sella al tramonto del nostro primo giorno a Cagliari per poterne ammirare la bellezza dall’alto. Il sentiero parte di fronte all’hotel dalla spiaggia di Calamosca ed è di facile percorrenza (circa 40 minuti) partendo su un tratto di roccia calcarea per poi attraversare la macchia mediterranea, regalando una splendida vista sul litorale del Poetto e la Laguna di Molentargius.
La leggenda narra che il diavolo cercò di impossessarsi del Golfo di Cagliari (Golfo degli Angeli) dove combatté contro gli angeli e, durante la sua fuga a cavallo, perse la sella che cadde qui pietrificandosi dandogli questa forma particolare.
Qui si trovano anche i resti di un tempio punico dedicato ad Astarte a dimostrazione che fu un luogo frequentato già dall’antichità.
Cagliari in barca a vela
Se volete esplorare in maniera eco-sostenibile le splendide baie e calette di Cagliari vi consiglio Costantino, uno skipper professionale e simpatico che ci ha accolte nella sua barca a vela per un aperitivo al tramonto.
Potete scegliere una o più giornate di avvicinamento alla vela in un contesto davvero spettacolare, io non vedo l’ora di tornare a Cagliari per fare questa esperienza!
Dove mangiare a Cagliari
Su Cumbidu
Ottimi piatti e abbondanti, personale molto gentile e buon rapporto qualità/prezzo! Ci siamo trovate talmente bene che siamo tornate qui anche l’ultimo giorno prima di partire.
Tra le specialità sarde che ho assaggiato:
Su Pani Frattau (uovo fritto su pane carasau condito con sugo di pecora e pecorino, una bomba!), Fregola con verdure (pasta artigianale fatta di semola), Malloreddus a sa Campidanesa (gnocchetti sardi con sugo di salsiccia), Culurgiones (ravioli ripieni di patate conditi con burro e salvia o pomodoro), Sebadas (dolce tipico fatto di pasta sfoglia con ripieno di pecorino e miele).
Ovviamente non li ho mangiati tutti io in una volta, “sharing is caring” 😊
Break Salad & More
Se avete voglia di qualcosa di diverso dalla cucina tradizionale vi consiglio questo piccolo locale specializzato in insalate e taglieri dove potete scegliere tra uno dei piatti consigliati (io ho mangiato una basmati chicken salad davvero buona!) oppure comporre la tua insalata a piacimento con ingredienti freschi e di stagione selezionati dalla filiera corta.
Sono aperti anche per colazioni e aperitivi, consigliatissimo, attenzione però che è un locale piccolino quindi nei periodi o orari di punta meglio prenotare.
Cara Simona ti ho ascoltato sta sera durante webinar di Apical, ti sono venuta a cercare e ti ho trovato con il mio legame con la Sardegna pur essendo io emiliana.
Uno dei miei viaggi trasformativi è stato proprio in Sardegna in provincia di Oristano in quello che era un deserto ed ora è una pineta … Leggerò del tuo viaggio e spero di avere occasione di raccontarti il mio. Nel frattempo Grazie !
Ciao Giorgia che piacere! Eh la Sardegna mi sembra di capire che “strega” diverse persone 🙂 Per me è stato un viaggio molto importante, un on the road senza meta né programmi che mi ha davvero stupita piacevolmente. Spero il mio racconto ti piaccia 😉
Me lo sono letto tutto Simona, sei un una bravissima divulgatrice delle tantissime bellezze da vedere nel nostro stupendo paese. Proporrò il tuo nome ad Alberto Angela, perché non si sa mai, potresti essere un bellissimo volto televisivo in giro per l’Italia a commentare tutto quanto c’è di bello da visitare in questo paese.
Grazie mille Paolo, non so se sia adatta alla TV ma di certo adoro raccontare delle innumerevoli bellezze del nostro Paese, soprattutto quelle meno conosciute, ce ne sono tanti esempi nella rubrica Viaggiare a Km0 dove l’intento è proprio scoprire ciò che abbiamo vicino casa.