Questo articolo rientra nell’iniziativa “Viaggiare a km0” a cui contribuiscono diversi blogger italiani con l’intento di raccontare i propri luoghi del cuore a km0 e stimolare altri viaggiatori a scoprire le bellezze vicino casa.
Ciao, sono Sam. Sono nato e cresciuto a Palermo, nella mia tanto amata Sicilia. Una terra ricca di storia, cultura e paesaggi mozzafiato.
Da qualche tempo, però, sentivo il bisogno di spostarmi, di cambiare.
E così ho trovato il posto giusto per me in Emilia-Romagna, dove vivo ormai da quattro anni.
Grazie al mio lavoro, che mi ha permesso di conoscere nuove città, ho avuto la possibilità di coltivare la mia passione per i viaggi. Da qui nasce VIAGGIOINBORGHESE. Un diario personale dove condividere le mie emozioni durante i miei viaggi. Poco alla volta l’idea di un diario sente il dovere di ampliare i propri spazi e condividere con i propri lettori informazioni utili all’organizzazione dei propri viaggi e le proprie gite fuori porta.
In Emilia-Romagna, ho potuto scoprire le bellezze del territorio emiliano. Tra queste vi sono la Val Trebbia e la Val Nure con i loro dintorni.
Ecco perché oggi, per la rubrica #viaggiatoriakm0, vi porterò ad ammirare i borghi di Grazzano Visconti, Bobbio e le Cascate del Perino.
Tutte e tre le destinazioni si trovano a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro, ma sono molto diverse tra di loro.
Grazzano Visconti
Grazzano Visconti è un piccolo borgo medievale, scoperto per caso, nel comune di Vigolzone.
Immerso nelle verdi distese della pianura piacentina, l’antico borgo, è facilmente raggiungibile in automobile, che potrete parcheggiare in uno dei due grandi parcheggi, nord e sud.
La sosta è a pagamento, ma per pochi euro è una tappa che vi consiglio di non perdere.
Un borgo in stile neo-medievale dove, già dal suo ingresso, si respira aria d’altri tempi, lontano dal traffico cittadino. Una volta varcata la soglia della porta principale, sembra di fare un salto indietro nel tempo. Un salto lungo circa seicento anni.
Attenzione però, perché il borgo nasconde una storia piuttosto recente.
Infatti, Grazzano Visconti fu costruito, probabilmente sui resti di un borgo preesistente, intorno al 1395 da Giovanni Anguissola, per risiedervi con la moglie Beatrice Visconti. Per una manovra di Giacomo Anguissola, figlio di Giovanni, nel tentativo di muoversi verso Piacenza, nacque uno scontro con i francesi che nel 1521 rasero al suolo e incendiarono il borgo. L’unica cosa che risparmiarono fu il castello.
Tuttavia, il borgo rimase di proprietà della famiglia Anguissola fino alla morte senza eredi del conte Filippo passando così, di diritto, alla moglie Francesca Visconti prima e al nipote Giuseppe Visconti poi, che solo 1900 studiò un progetto di riqualificazione del territorio, ricostruendo così il vecchio borgo.
Una storia recente che fa storcere il naso agli amanti dei veri borghi medievali, ma che per fascino e magia, cattura e fa innamorare di sé tutti i turisti provenienti da ogni dove.
Qualcuno definisce il borgo un “tarocco” per turisti ma l’aria che si respira e la serenità che trasmette sono qualcosa di unico.
Io personalmente amo visitare il borgo in piena primavera, quando le pareti rosse delle mura entrano in contrasto con l’azzurro del cielo e con il verde dei prati.
Nulla a Grazzano Visconti è lasciato al caso, a partire dai piccoli particolari che caratterizzano il borgo, come le siepi ben curate che costeggiano le vie. Passeggiando per le viuzze, è facile imbattersi in mura di case affrescate oppure in una delle numerose botteghe artigianali.
Più o meno, al centro del borgo, trovate il cancello d’ingresso al Castello, ancora oggi residenza dei Visconti. Una volta superato il cancello, vi immergerete nei suoi giardini che ospitano numerose specie botaniche e che si estendono per 15 ettari intorno alla fortezza. All’interno del castello, invece, sarà possibile visitare alcune delle camere reali per conoscere da più vicino la vita dei Visconti.
Il castello è aperto al pubblico soprattutto il fine settimana e la visita è consentita solo con un tour guidato.
Proprio in tarda primavera, ma anche in pieno autunno, il borgo offre delle manifestazioni in costume medievale. Ottimi eventi per trascorrere dei pomeriggi in compagnia della propria famiglia facendo divertire i più piccoli.
Nel periodo natalizio invece, il borgo si trasforma in un vero e proprio mercatino di Natale allestendo, lungo le vie principali, numerose bancarelle di hand made, e ospitando anche la capanna di Babbo Natale.
Per i fan di Harry Potter, come me, è un luogo magico!
Il borgo organizza eventi a tema Harry Potter per i più piccoli, grazie anche alla partecipazione dell’Emporio Stregato, una bottega a tema dove trovare ogni tipo di gadget ispirato alla saga del maghetto più famoso del mondo.
Anche l’Emporio Stregato ha una sua storia da raccontare e grazie alla sua titolare, Denise, abbiamo avuto la fortuna di conoscerla.
L’Emporio Stregato nacque tre anni fa, dalla sua passione incondizionata per tutto ciò che riguardava Harry Potter. Spinta dall’amore per la magia, Denise ha cercato di creare qualcosa di unico: un negozio in cui poter vivere l’atmosfera incredibile di Hogwarts. Ma non doveva essere un semplice negozio, doveva essere un sogno: il suo e quello di tutte le persone che avrebbero varcato la soglia dell’Emporio.
“Lavorare a Grazzano – dice Denise – è un’esperienza incredibile. Non passa giorno in cui non scopra qualcosa di nuovo, in cui non mi accorga di quanto sia bello e di quanto io sia fortunata ad avere un negozio in una location del genere.
Amo Grazzano soprattutto nei giorni infrasettimanali, quando le vie sono vuote e il silenzio domina sul borgo. È così che riesco ad apprezzarla in tutto il suo splendore. Me ne innamoro ogni volta!”.
Come ogni borgo medievale che si rispetti, anche Grazzano Visconti ha una leggenda da raccontare.
Si narra, infatti, di una dama, Aloisa, che venne tradita dal marito e che, per dispiacere, morì di crepacuore. Sembrerebbe che il suo fantasma giri ancora per il borgo, proteggendo tutte le coppie di innamorati che rendono omaggio alle statue che la ritraggono.
Ogni volta che voglio far conoscere un nuovo posto, non troppo lontano da casa, Grazzano Visconti è il primo a cui penso. È il mio asso nella manica, ma soprattutto è uno dei miei luoghi del cuore.
Chissà come sarebbe vivere respirando quell’aria “antica”!
TIPS
- Grazzano Visconti dista circa 73,5 km da Parma e solo 15 km da Piacenza, e si trova nel comune di Vigolzone;
- Torneo de lo Biscione: un torneo in cui i giovani rivivono lo spirito dell’arcieria medievale, arte di guerra, metodo di caccia e divertente passatempo;
- Ristorante Al Biscione: il ristorante più antico del borgo dove assaporare i piatti tipici locali in un’atmosfera medievale.
Grazzano Visconti è il punto di partenza per la scoperta della Val Nure e i suoi paesaggi incontaminati come le Cascate del Perino.
Cascate del Perino
Scoperte un po’ per caso, le Cascate del Perino mi sono rimaste nel cuore per i suoi paesaggi naturali. Se siete diretti alle cascate, vi consiglio di munirvi di scarponi da hiking o trekking.
Avete mai provato quella sensazione di libertà che solo la natura sa regalare?
Io la provo ogni volta che mi immergo nella natura alla ricerca di momenti di relax. E come potete ben capire, preferisco le lunghe passeggiate a una Spa.
Per raggiungere le cascate, dovrete prima raggiungere la Chiesa di San Lorenzo in Calenzano (Bettola, PC), dove potrete lasciare la vostra auto per poi proseguire a piedi lungo il sentiero CAI 155 (segnali e bolli bianchi e rossi).
La prima parte del sentiero inizia proprio dalla Chiesa, ma la natura, nel corso degli anni, ha coperto con la vegetazione parte di esso. Ecco perché ho preferito seguire, per un breve tratto, la strada dedicata alle auto fino a raggiungere il vicino agriturismo Le Cascate.
Superato l’agriturismo inizia il percorso in mezzo alla natura.
Le cascate a cui andrete incontro sono ben cinque, di cui una raggiunge i 17 metri di altezza.
La prima è raggiungibile in pochi minuti ma, a causa di una frana, la scala che arriva alla cascata è crollata rendendo inaccessibile il passaggio. Ormai da anni la situazione è rimasta invariata, costringendo gli hikers e i curiosi a saltare la prima tappa.
Io, avventuriero e spericolato quale sono, ho voluto raggiungere ugualmente la cascata scalando verso il basso la roccia. Una volta arrivato giù, la cascata sembrava essere sparita. Solo dopo ho capito di averla letteralmente sotto i piedi.
Sicuramente non avevo possibilità di scattare una fotografia alla prima cascata, ma il paesaggio era davvero mozzafiato.
Lo scroscio dell’acqua, il silenzio assordante della natura e il cinguettio degli uccellini. Era tutto così perfetto e quel tronco sospeso sulla cascata sembrava essere messo in posa.
Ho passato un po’ di tempo qui, in silenzio, ad ascoltare la natura, ripensando un pò alla fortuna che abbiamo di vivere in un paese sorprendente e ricco di fascino.
Una volta tornato sul sentiero CAI, poco distante da qui, si arriva a un vecchio mulino abbandonato, il Mulino di Riè. Una passerella, al suo fianco, conduce al belvedere sulla seconda cascata.
Questa, a differenza della prima, è accessibile. La cascata è davvero affascinante. Scorre lungo il centro della parete rocciosa, scavandola alla base e creando un piccolo laghetto, creando così uno scenario surreale.
Abbandonatevi per qualche istante alla magia che vi circonda, prima di ripartire il restante percorso.
Non sarà come stare dentro una Jacuzzi, ma il relax è assicurato.
Ovviamente non potevo farmi mancare una bella foto ricordo ai piedi della cascata.
Non potrò mai dimenticare quel giorno, le emozioni vissute e le paure provate.
Perché paure? Ricordo ancora quando, per scattare questa foto, decisi di lasciare il mio smartphone agganciato sul treppiedi posizionato su di una roccia al centro del corso d’acqua.
Nel tentativo di recuperarlo, un passo falso fece sì che il mio P20 Lite finisse in acqua.
Credetti ormai di aver perso tutto ed invece, è ancora vivo e le foto furono salve!
Ma torniamo sul sentiero che continua sempre ben evidente fino alla quinta cascata, che però non ho ancora raggiunto per via del tempo che, anche se estate, mi ha regalato una giornata piovosa.
]TIPS
- Le Cascate del Perino, in località Calenzano, distano circa 45 km da Piacenza e 70 km da Fidenza (PR);
- Il percorso: prevalentemente fangoso, è lungo circa 7 km ed è facilmente percorribile;
- Il Mulino di Riè: era alimentato dal torrente Perino, così come diversi altri mulini, per attivare i macchinari per la macinazione del grano.
Se vi resta altro tempo e c’è abbastanza luce, vi consiglio di raggiungere il vicino borgo di Bobbio.
Bobbio
Bobbio, nominato borgo più bello d’Italia 2019, è un bellissimo borgo che ha mantenuto, soprattutto nel centro storico, le caratteristiche dello stile medievale.
È facilmente raggiungibile in automobile, che lasceremo all’ingresso del paese, poiché il centro storico è area pedonale.
Si trova in Val Trebbia e sorge a fianco dell’omonimo fiume, Trebbia.
Simbolo della città è il Ponte Gobbo (o Ponte del diavolo), che attraversa il fiume con le sue undici arcate irregolari.
Una leggenda narra che San Colombano, protettore della città, volesse costruire un ponte per unire le due sponde del fiume. Il diavolo si offrì di aiutarlo e promise di costruirlo in una sola notte a patto di portare con sé l’anima del primo che lo avrebbe attraversato.
San Colombano accettò, così il diavolo costruì il ponte con l’aiuto di tanti altri diavoletti di altezza e corporatura diversa, ognuno dei quali eresse la sua parte in maniera personale e difforme. Il mattino seguente, San Colombano tenne fede alla parola data, ma poiché il ponte non era stato costruito secondo le regole, ingannò il diavolo facendovi passare per primo un cane.
Quando cerco un luogo dove rilassare la mente, è qui che vado. Raggiungo il ponte gobbo, per poi scendere fino alla riva del fiume, dove l’acqua baciata dal sole riempie l’aria di note fresche.
Vi consiglio di visitare il borgo in primavera o estate, per temperature e colori.
Io personalmente, ho visitato il borgo anche in inverno e anche con la neve Bobbio ha il suo fascino. Ma se volete un consiglio, copritevi bene.
La densità di arte e cultura che troverete è qualcosa di unico nel suo genere e vi innamorerete delle stradine di ciottoli e degli edifici in mattoni di questa cittadina medievale. Passeggiando per i vicoli del borgo, dal centro verso il fiume, sarete accompagnati da una leggera corrente d’aria fresca, anche in piena.
Intorno, invece, troverete tante botteghe storiche tra cui la salumeria Porta Nova della signora Maura, testimone delle tradizioni bobbiesi.
È una bottega che ha una storia da raccontare, a cui mi sono davvero affezionato e a cui faccio ritorno ogni volta che arrivo a Bobbio, per un saluto, per un racconto o per assaporare le prelibatezze che vengono prodotte dai proprietari della bottega.
Nasce tutto da una piccola locanda di famiglia che, ai tempi conosciuta come “dopo lavoro”, accoglieva gli ospiti e serviva loro i piatti poveri della tradizione.
Tra un bicchiere di vino e una partita a carte, veniva servito qualche pasto caldo stagionale perché il menù variava in base a cosa offriva la terra e ai salumi fatti in casa. Ciò che oggi troviamo dietro quella porta, in centro città, è frutto dell’arte di Ugo che seguì le orme del padre, per imparare il mestiere, e che col tempo trasferì alla figlia Maura e suo genero Maurizio.
Nel 1991, Maura e Maurizio hanno una grande occasione. Rilevano la salumeria Porta Nova, gestita da generazioni dalla famiglia Giuanola, con l’accordo di continuare a seguire le tradizioni.
Oggi la salumeria Porta Nova conta più di cento anni ma, come allora, tiene fede alla promessa fatta. Cacciatorini, Coppa, Brachettone (o Bractòn in piacentino) e chi più ne ha più ne metta.
Gli odori che ti accolgono, una volta aperta la porta, ti rapiscono e la gentilezza della signora Maura ti riempie di gioia. Un’oasi infinita di saperi e sapori che ha aperto le porte anche alla trasmissione televisiva “Melaverde”.
Ed è proprio la gente del posto, come la signora Maura, che ama la propria terra, le proprie origini, la propria storia, a rendere Bobbio uno dei miei luoghi preferiti in Val Trebbia.
TIPS
- Il borgo dista circa 44 km da Piacenza;
- Bobbio fa parte della classifica dei Borghi più belli d’Italia e nel 2019 ha vinto il primato;
- Abbazia di San Colombano: da non perdere è sicuramente una visita al chiostro e alla Chiesa dell’Abbazia aperte d’inverno fino alle ore 20:00 e d’estate fino alle ore 22:00;
- Bractòn: il Bractòn, o Brachettone, è un salume tipico di Bobbio. È la spalla del maiale, conciata con aglio, noce moscata, chiodi di garofano e foglie di alloro, rigorosamente sminuzzati a coltello. Fatta riposare aperta, per una settimana, per poi essere ricucita. Dopo tre settimane di stagionatura il salume è pronto. Può essere servito caldo, dopo essere stato lessato per 4-5 ore, con purè o lenticchie, o freddo, accompagnato dal pane casareccio cotto a legna.
I luoghi del cuore, per me, non sono solo quei luoghi dove vado spesso, o dove sono nato, o dove ho vissuto un momento felice.
I luoghi del cuore sono quelli che ti aiutano a crescere e che si raccontano anche se non ti conoscono.
Perché per amare un luogo bisogna prima conoscere la storia di chi lo vive da sempre.
Salverò l’articolo per andare a visitare questi posti non appena sarà possibile spostarci 😍
Grazie per i consigli
Fantastico! Grazie a te per averlo letto e se hai voglia condividi pure qualche foto su instagram quando andrai a visitarli con l’hashtag #viaggiatoriakm0 😉
Simona