Questo articolo rientra nell’iniziativa “Viaggiare a km0″ a cui contribuiscono diversi blogger italiani con l’intento di raccontare i propri luoghi del cuore a km0 e stimolare altri viaggiatori a scoprire le bellezze vicino casa.
Oggi Martina di In Giro con Marty ci porta alla scoperta del suo luogo del cuore a km0, il Palazzo Farnese a Caprarola in provincia di Viterbo.
Quante volte abbiamo detto “l’Italia è il paese più bello del mondo”?
Io, personalmente, tantissime! Ma perché, allora, per le nostre vacanze decidiamo, quasi sempre, di prendere un aereo e mettere centinaia di chilometri tra noi e la nostra amata terra? Questo momento di difficoltà globale deve essere uno spunto di riflessione per tutti noi e ci deve spingere a riappropriarci dei nostri territori, a riscoprire la bellezza di ciò che abbiamo tutto l’anno a portata di mano, letteralmente a chilometri zero.
Mi presento, sono Martina e insieme alla mia amica Arianna abbiamo dato vita ad un blog di viaggi, in cui raccontiamo le nostre avventure in giro per il mondo, in giro per l’Italia ma anche le nostre fughe in giornata alla scoperta dei tesori della nostra bellissima regione, il Lazio.
La nostra formazione è di tipo storico-artistico (siamo un’archeologa e una storica dell’arte) e cerchiamo sempre di trovare destinazioni che ci permettano di vedere dal vivo ciò che abbiamo studiato all’università e non solo.
Ecco perché in questo post vi parlerò di un piccolo borgo della Tuscia Viterbese, situato nell’alto Lazio: Caprarola.[
Tuscia era la denominazione attribuita all’Etruria al termine della dominazione etrusca; oggi sta ad indicare il territorio della provincia di Viterbo e, in generale, l’alto Lazio. Il termine deriva dal latino tuscus e da questo ha preso nome la regione Toscana e il comune di Tuscania, in provincia di Viterbo.
Il delizioso borgo di Caprarola è da sempre legato al nome dei Farnese, potente famiglia del Rinascimento, le cui origini medievali sono da ricercare proprio in questo territorio. Sui banchi dell’università ho perso ore ed ore a studiare l’importante ruolo svolto da questa famiglia nel campo dell’arte, della cultura e dell’economia italiana ed europea nel Cinquecento, scoprendo che, proprio a due passi da Roma, i Farnese fecero erigere la loro più importante testimonianza architettonica: dovevo assolutamente andarla a visitare!
Già nel XII e XIII secolo, i membri di questa casata rivestirono importanti cariche politiche ed ecclesiastiche. Ma la potenza della famiglia si manifestò appieno nel XVI secolo con Alessandro Farnese, divenuto papa con il nome di Paolo III, nel 1534.
Con ancora impresse nella memoria le lezioni riguardanti il ciclo pittorico che decora le stanze di Palazzo Farnese a Caprarola, in una calda giornata di agosto ho dato forma a quelle che erano solo immagini sui libri.
60 chilometri separano Roma da Caprarola, borgo di impianto medievale, posto sul versante orientale dei Monti Cimini. Sorge su uno sperone tufaceo, a 520 metri di altitudine.
La caratteristica del centro storico è quella di essere tagliato in due dalla via Dritta, che culmina nel piazzale dove si trova Palazzo Farnese, il palazzo-fortezza che doveva consacrare la potenza e la gloria del nobile casato a livello europeo. Per questo, Alessandro Farnese, ancora cardinale, aveva incaricato Antonio da Sangallo il Giovane di iniziarne la costruzione, nel 1530. Fu questo architetto a dare la caratteristica forma pentagonale alla dimora e a conferirgli l’aspetto di una fortificazione.
L’imponente edificio è il fulcro dell’abitato, vi si accede, tramite una scala a doppia rampa elicoidale, ad una prima terrazza, poi, tramite un’altra scalinata a doppia rampa, all’ingresso principale. Da qui, si domina tutta la campagna circostante: non vi nascondo che ho percorso la salita della via Dritta quasi di corsa per la voglia di arrivare e, una volta sulla terrazza, ho dovuto riprendere fiato, fortunatamente con una vista incredibile a farmi compagnia.
Il palazzo è suddiviso in cinque piani, la parte che affaccia ad est è quella invernale, mentre quella che affaccia a nord è l’ala estiva.
Attraversato l’ingresso principale, si è al piano dei Prelati, composto da un salone d’ingresso, dalla Sala di Giove e dal cortile, di forma circolare e racchiuso da un portico dorico.
Entrarvi fa un certo effetto: solo un genio dell’architettura avrebbe potuto realizzare un palazzo di forma pentagonale con uno spazio circolare al centro, riuscendo a rendere il tutto armonico. Sì, perché la sensazione che proverete a mano a mano che vi addentrerete nella fortezza-palazzo sarà proprio quella di armonia.
Si sale al Piano Nobile tramite la Scala Elicoidale, capolavoro del Vignola, scandita da 30 colonne doriche e interamente affrescata. I gradini, ampi e bassi, consentivano la salita addirittura con i cavalli, ma oggi non è molto comoda!
In questo piano convivono gli ambienti di rappresentanza e gli ambienti privati. Al famoso letterato cinquecentesco Annibal Caro, Alessandro Farnese aveva affidato lo studio delle allegorie e dei miti da affrescare. Vennero chiamati a svolgere questo compito gli artisti più rinomati del tempo: i fratelli Zuccari, il Bertoja, Giovanni de’ Vecchi, Raffaellino da Reggio, Giovanni Antonio da Varese, Antonio Tempesti.
Le due sale che glorificano le gesta e i personaggi della famiglia Farnese sono la Sala dei Fasti Farnesiani e la Sala del Concilio di Trento, entrambe dipinte da Taddeo Zuccari.
Ma le sale che mi hanno più coinvolta sono la Sala del Mappamondo e la Sala degli Angeli o degli Echi. La prima presenta sulle pareti carte geografiche affrescate dei quattro continenti allora conosciuti e singole carte dell’Italia, della Giudea e dell’intero globo. Sulla volta è dipinto il sistema planetario con le costellazioni dello zodiaco. Per un’amante dei viaggi è impossibile non guardare da vicino queste cartine affrescate, cercando i luoghi già visitati!
La seconda sala, adiacente, è opera di Giovanni de’ Vecchi e Raffaellino da Reggio. Vi sono affrescate la Cacciata di Lucifero dal Paradiso, il profeta Daniele nella fossa dei leoni e diverse apparizioni di angeli. Ricordavo che la sala è nota per dei particolari effetti acustici, infatti, se due persone si mettono agli angoli opposti e bisbigliano qualcosa rivolti verso la parete, le parole giungeranno all’orecchio dell’altra come se stessero avendo una conversazione l’uno accanto all’altro. Ovviamente è la prima cosa che ho fatto, destando la curiosità di tutti quelli che mi circondavano! Ancora mi ricordo l’espressione di una signora americana, un misto tra stupore e disgusto, quando mi chiese “what are you doing?” “ e io le spiegai quest’aneddoto, ne rimase così affascinata da mettersi a cantare in un angolo della stanza un’aria lirica, in un italiano un po’ improvvisato.. Provare per credere!
Ultima meraviglia che cela il palazzo-fortezza è lo splendido giardino all’italiana, posto sul retro, con fontane, giochi d’acqua, ninfei e labirinti, secondo il gusto cinquecentesco. Questo complesso monumentale si estende sulla collina a ridosso del palazzo ed è stato ideato dal Vignola per allietare i momenti privati del cardinale, stupendo i suoi numerosi ospiti. Il “ventaglio” di giardini all’italiana è la degna conclusione di una giornata che, per tanti motivi, mi è rimasta nel cuore, ancora adesso assaporo la piacevole sensazione di frescura, seduta su una delle tante panchine di pietra, mentre contemplo la perfezione delle forme geometriche che qui la natura ha assunto, guidata dall’estro dell’uomo.
Luogo del cuore non è solo quello dove si è nati e cresciuti o dove si va da tutta una vita, ma anche quello con il quale, a primo impatto, si instaura un’affinità elettiva: non appena ho messo piede a Caprarola è stata questa la sensazione che ho provato e che provo, tuttora, a ripensarci.
Tips
- Caprarola è situata circa 60 chilometri a nord-ovest di Roma, sulla sponda destra del Lago di Vico. Dalla Capitale si raggiunge o percorrendo la via Cassia o la A1, uscendo ad Orte e seguendo, poi, le indicazioni per il borgo. E’ possibile anche raggiungerla con il trasporto pubblico, prendendo un bus dalla Stazione Roma Saxa Rubra. Il giardino del palazzo è chiuso la domenica e i giorni i festivi: tenetelo a mente quando pianificherete la vostra visita!
- Le scale nascoste: all’interno delle pareti del palazzo, sono mimetizzate le scale che usava la servitù per andare dai propri alloggi, posti in basso, ai piani alti: non si potevano, di certo, mischiare con i nobili!
- La Sagra della Nocciola: da 64 anni a Caprarola si tiene una sagra dedicata a questo gustoso frutto, tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Sarebbe l’occasione giusta per visitare questo splendido borgo, approfittando delle degustazioni, degli stand di prodotti locali a base di nocciola e dei concerti che animano il paese.
- Itinerario farnesiano: i Farnese hanno eretto molti palazzi nella Tuscia, loro territorio d’origine. Infatti, a Gradoli, a Valentano, nel borgo Farnese (che ha dato i natali al casato), a Castro vi sono residenze che meritano una scappata!
- Riserva Naturale del Lago di Vico: tutela circa 3240 ettari nel comune di Caprarola. Vale la pena intraprendere una delle molte escursioni, che sia una breve passeggiata lungo le sponde del lago o un sentiero più impegnativo.
- Parco dei Mostri di Bomarzo: vicino a Caprarola, questo parco noto anche come Bosco Sacro, venne realizzato da Pirro Ligorio nel 1552 per stupire i visitatori. La “Villa delle Meraviglie” è un continuo susseguirsi di statue e sculture monumentali realizzate in peperino, che si fondono con la natura circostante.
Bellissimo!! Mi ha fatto tornare in mente la bellissima gita fatta a Roma alle superiori. 🧡
Che bello! Grazie per il tuo commento