Questo articolo rientra nell’iniziativa “Viaggiare a km0″ a cui contribuiscono diversi blogger italiani con l’intento di raccontare i propri luoghi del cuore a km0 e stimolare altri viaggiatori a scoprire le bellezze vicino casa.
Travel Gudu
“Siamo in due e siamo affini: siamo viaggiatori”.
Ci piace presentarci così prima ancora di dirvi che siamo Virginia e Leonardo.
Travel Gudu è il nome del nostro blog e del nostro canale YouTube, ma non solo: è il nostro modo di viaggiare, con occhi aperti all’avventura e alla bellezza.
Oggi siamo qui ospiti di Simona per parlarvi di uno dei nostri luoghi del cuore, la splendida Valle Maira in Piemonte.
La Valle Maira: perché ci piace
Amiamo la nostra regione e in particolare la nostra provincia di Cuneo perché è tutta contornata dalle Alpi, montagne che conservano intatto il loro spirito selvaggio più di quanto si potrebbe forse immaginare.
La Valle Maira è proprio così. Qui il turismo è ancora poco e, soprattutto, è lento e responsabile proprio come piace noi.
Qui la montagna è autentica e pura, le marmotte fischiano in primavera e le stelle alpine a luglio fanno capolino tra le rocce.
In inverno la neve ricopre tutto con un manto ovattato che risplende al sole; le baite dei pastori abbandonate e chiuse per la transumanza creano un paesaggio da presepe.
In Valle sono attivi diversi programmi di recupero e salvaguardia degli animali, tra cui anche un programma per la Conservazione e la Gestione dei Grandi Carnivori: la conservazione del lupo e della lince va di pari passo con l’educazione e la promozione della convivenza tra animali e attività umane.
La Valle Maira è anche un luogo dove scoprire la cultura e la tradizione occitane. L’Occitania, anticamente, era una regione non chiaramente demarcata dal punto di vista politico o geografico, ma accomunata da una parlata comune, la lingua d’oc, e comprendeva la regione meridionale della Francia, da Bordeaux a Nizza, e le zone limitrofe.
In Italia, il Pays d’oc includeva alcune valli del Piemonte Sud-occidentale tra cui, appunto, la Valle Maira. La cultura e la tradizione occitane sono ancora molto sentite in Valle Maira (e in altre valli piemontesi) e sono rimaste in particolare in alcune musiche e danze, oltre che nella parlata colloquiale di alcune borgate. Gli strumenti musicali più tipici della tradizione occitana sono la ghironda e semitoun e non è raro sentirli suonare durante i festival, mentre la gente balla le danze tradizionali e talora indossa gli abiti della tradizione.
Infine, l’intera Valle Maira è cosparsa di chiesette e santuari da scoprire e visitare.
I tre luoghi che vi consigliamo nella Valle Maira:
Ciciu del Vilar
Il primo luogo che vi segnaliamo si trova in bassa Valle Maira ed è un luogo molto particolare, che piacerà soprattutto ai bambini: è la Riserva Naturale Dei Ciciu Del Villar (Villar San Costanzo, CN).
In questo luogo si passeggia in mezzo a dei “funghi” di pietra, risultato dell’erosione nel corso degli anni. Queste bizzarre formazioni rocciose sono anche chiamate “Camini delle Fate” e, secondo la leggenda, i ciciu sono opera delle masche. Un’altra leggenda, un po’ meno poetica ma altrettanto astrusa, racconta che i ciciu sarebbero invece soldati tramutati in pietra mentre inseguivano San Costanzo. Quale che sia la vostra versione preferita, questo posto più unico che raro è curioso ed interessante e vale senza dubbio una sosta.
Elva
La piccola borgata Elva, posta al confine tra Valle Maira e Valle Varaita, è un piccolo gioiello. Posta in un angolo quasi irraggiungibile del Piemonte, attualmente vi si può arrivare in automobile salendo da Stroppo.
Fino a qualche anno fa la borgata di Elva si poteva raggiungere percorrendo il “vallone dell’orrido”, una stradina ritagliata nella roccia con pareti a picco sul burrone; questa strada oggi si può percorrere solo a piedi a proprio rischio e pericolo visto che è stata chiusa al traffico per il rischio di caduta massi.
Non lasciatevi scoraggiare, perché anche salire lungo la SP335 da Stroppo vi regalerà splendidi panorami.
Una volta giunti ad Elva, il fascino e la quiete di questa borgata vi rapirà di certo. Quassù, a 1637 metri, restano ormai una manciata di abitanti, panorami mozzafiato, pastori e formaggi d’alpeggio.
Una curiosità: tra fine Settecento e metà Novecento gli abitanti di Elva crearono un fiorente commercio di… capelli: le parrucche create ad Elva arrivarono perfino ad essere vendute nel Stati Uniti!
Acceglio e la frazione Chiappera
Siamo arrivati verso il fondo della Valle Maira, che qui è larga e soleggiata. Da qui partono svariati percorsi di trekking e mountain bike per tutti i gusti e tutti i polpacci: da escursioni semplici con poco dislivello adatti anche alle famiglie con bambini, fino a lunghi percorsi ad anello che richiedono più giorni di trekking per essere completati.
La frazione di Chiappera è dominata da uno sperone roccioso amatissimo dagli scalatori e permette di raggiungere le cascate più alte d’Italia.
Si tratta delle cascate Stroppia che vincono questo primato grazie al loro salto di ben 500 metri. Il periodo migliore per vederle è la primavera; raggiungerle richiede una camminata di circa 3 ore-3 ore e mezza con un dislivello di 650 m.
In alcuni tratti il sentiero è scavato nella roccia e può essere scivoloso, quindi bisogna prestare particolare attenzione, ma una volta giunti alla meta e al lago Niera si viene sicuramente ricompensati.
Info pratiche
La Valle Maira si trova nella parte sud-occidentale del Piemonte; da Cuneo si raggiunge seguendo le indicazioni per Dronero e poi risalendo la Valle.
Il modo migliore per raggiungerla è l’automobile, che permette una buona autonomia negli spostamenti; è possibile anche raggiungere i principali centri abitati della valle con autobus di linea.
Le sagre e le attività si sprecano: da eventi gastronomici a balli occitani, dagli sport invernali ai pic-nic, c’è davvero l’imbarazzo della scelta!
Con questo nostro breve articolo speriamo di avervi invogliato ed incuriosito a scoprire questo angolo di Piemonte ancora autentico.
Per maggiori dettagli potete visitare il sito ufficiale della Valle Maira.
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