There is nothing like Australia”

Letteralmente “non c’è niente che può essere paragonato all’Australia”, è lo slogan usato dall’agenzia australiana per promuovere il turismo nel Paese. Posso confermare che è proprio così!

Cosa vedere in Australia, un Paese smisurato che offre una varietà incredibile di paesaggi che spaziano dalla foresta pluviale alla Grande Barriera Corallina fino al deserto rosso?
Il Red Centre, cuore pulsante del Paese situato nello stato del Northern Territory, è una tappa imperdibile per chi visita il Paese per la prima volta.
Così fu per me, dopo qualche mese che mi ero trasferita a Sydney, il mio primo viaggio in Australia con un tour di gruppo di 9 giorni con la compagnia australiana Adventure Tours.

Adventure tour Australia
Mio padre, che era venuto qualche mese prima a trovarmi, aveva fatto lo stesso identico tour e ne era rimasto entusiasta, sebbene non parlasse una parola di inglese e lo stile di viaggio fosse decisamente per giovani backpackers 🙂

L’itinerario si divideva in tre blocchi da tre giorni ciascuno, partendo dalla lussureggiante foresta pluviale e aree umide dei Parchi di Kakadu e Lichtfield (vicino a Darwin) fino a giungere al Red Centre, cuore della cultura aborigena australiana.

Cosa vedere in Australia: i Parchi Nazionali di Kakadu e Lichtfield

Ricordi il film degli anni ’90 Crocodile Dundee?
Ecco questo film era ambientato proprio nel Northern Territory. Io l’ho visto decine di volte, ma solo dopo esserci stata e riguardandolo in lingua originale (in modo da apprezzare il marcato accento dell’outback) ho potuto comprenderne a fondo l’umorismo. Non si sa dove le riprese abbiano avuto luogo di preciso, ma quando ti trovi nel Parco di Kakadu sembra davvero di essere sul set di un film.

Ho esplorato questa zona con un tour di 9 giorni della compagnia Adventure Tours. Trattandosi di un tour backpacker (itinerante con zaino in spalla) il nostro minibus (una sorta di pulmino 4×4), trasportava tutte le provviste necessarie per pranzi e cene.
Tutti i componenti del gruppo infatti si alternavano nelle varie mansioni, dal cucinare a lavare i piatti, momenti ideali anche per fare gruppo e conoscersi meglio, assaggiando ogni giorno ricette internazionali che spaziavano dai burrito messicani alla pasta.
Ogni sera dopo cena ci radunavamo intorno ad un bel falò e passavamo ore a parlare, scambiandoci esperienze di viaggio e di vita. I pernotti erano previsti in campi tendati permanenti, molto semplici ma con tutto il necessario, incluso i letti.

campo tendato kakadu national park

Lichtfield: piscine naturali e aree umide del Mary River

Il primo giorno la nostra guida Dingo (non siamo mai riusciti a scoprire il suo vero nome) è passato a prenderci in ostello alle 6:30 con un minibus 4×4. Al termine del giro eravamo un totale di 16 giovani internazionali.

Partiti in direzione Lichtfield National Park, abbiamo fatto una tappa per vedere dei nidi di termiti giganti vecchi 100 anni, fenomeni unici di questa zona.

Una volta raggiunto il Parco, abbiamo fatto un percorso a piedi per raggiungere le Florence Falls, e poi le piscine naturali di acqua cristallina chiamate Buley Rockholes e le cascate Wangi Falls, dove ci siamo rinfrescati.

florence falls australia

Nel pomeriggio, abbiamo proseguito con un tour in barca nelle aree umide del Mary River per fare bird watching e andare a caccia di coccodrilli.
Ci hanno insegnato come riconoscere un coccodrillo di acqua salata (che si dice essere quello più pericoloso per l’uomo, oltre che la specie più grande!) con la testa piatta, da un alligatore di acqua dolce, solitamente di dimensioni più piccole e con testa e muso stretti.

coccodrillo mary river kakadu

Parco Nazionale Kakadu: arte rupestre aborigena e cascate da sogno

Il secondo giorno è stata la volta del sito Unesco Kakadu National Park, che sfoggia non solo una foresta pluviale lussureggiante e cascate spettacolari, ma fu anche il luogo d’ origine delle antiche popolazioni aborigene che abitavano queste zone già 50,000 anni fa.

Prima tappa della giornata è stata Ubirr dove è possibile ammirare antichissimi dipinti rupestri, prima di rinfrescarci nelle bellissime gole della Barramundi Gorge.

ubirr rock paintings australia

Ma le sorprese non sono finite qui, le cascate più belle in assoluto infatti sono state quelle che abbiamo visitato il terzo giorno. Dopo le meravigliose Twin Falls (purtroppo completamente asciutte a causa della stagione secca), siamo rimasti letteralmente a bocca aperta davanti alle pareti rocciose alte 200m delle Jim Jim falls.

Al cuore dell’Australia: da Darwin ad Alice Springs

Spesso i viaggiatori optano per visitare Kakadu e/o il Red Centre volando su Darwin o Alice Springs. Solo pochi avventurieri guidano da nord a sud, attraversando quest’area remota di deserto rosso.
Questo è quel che abbiamo fatto nei tre giorni centrali del nostro tour di 9 giorni da Darwin ad Alice Springs.
Anche se è chiamato deserto non immaginarti la sabbia fine del Sahara, ma solo terra rossa. Inoltre, non è così “secco” come si potrebbe credere. Si trovano infatti ogni tanto delle vere e proprie oasi verdi come la splendida gola Katherine Gorge, dove ci siamo fermati per un giro col kayak tra le sue pareti di arenaria che si innalzano per 70 metri sopra il fiume. Il tutto scongiurando di non finire in pasto ai coccodrilli che sono soliti deporre qui le loro uova.

kayak Katherine Gorge

Un’altra oasi inaspettata sono le Bitter Springs, pozze naturali di acqua termale a 34 °C di un colore blu intenso e un odore di zolfo che pizzica il naso (se vai fai attenzione alle forti correnti sotto la superficie perché sono in grado di farti allontanare senza che te ne accorga!).

Lungo il percorso ci sono stati anche un paio di altre tappe interessanti come il Daly Waters Pub, lungo la strada per Tennant Creek. Un piccolo pub in mezzo al nulla, sulla strada principale fiancheggiata da una manciata di case e un minuscolo aeroporto abbandonato usato nella Seconda Guerra Mondiale.
La caratteristica di questo pub è che, essendo così sperduto, è tradizione che ogni viaggiatore che si ferma qui lasci un qualche oggetto in ricordo, quindi le pareti sono ricoperte dalle cose più disparate, da soldi di valuta internazionale, a magliette, infradito e persino reggiseni 🙂

Daly Waters pub australia

L’ultimo giorno ci siamo anche fermati ad una fattoria che alleva cammelli, tuttavia nessuno di noi ha voluto fare un giro perché ci è sembrato troppo turistico e vedere gli animali chiusi nei recinti ci è un po’ dispiaciuto, così ci siamo limitati a fare quattro passi per sgranchirci le gambe e due coccole ai cammelli 🙂

Una delle attrazioni che mi ha colpito di più in questa parte di itinerario sono stati i “Devil Marbles” (marmi del diavolo), ovvero giganteschi massi di granito alti fino a 6 metri che sembrano spuntare nel mezzo del nulla senza una disposizione particolare.
Secondo una leggenda aborigena rappresentano le uova del serpente arcobaleno, una delle figure mitologiche della cultura indigena, con l’intento di disorientare il visitatore e farlo perdere.

Devil Marbles Red Centre

Questi tre giorni nel deserto, con un sacco di chilometri in viaggio, potrebbero apparire stancanti e noiosi, in realtà sono stati molto interessanti, una pura immersione nella cultura aborigena e nell’Australia più autentica e remota.

Simona

Abbiamo provato l’esperienza unica di dormire negli swags (sorta di grandi sacchi a pelo con materassino incorporato) sotto una coperta di stelle indimenticabile, ascoltato le storie e la musica del didgeridoo della nostra guida di origine aborigena Wazza, stretti uno vicino agli altri intorno al fuoco. Ricordi che rimarranno per sempre vividi nella mia memoria.

swags Northern Territory

Cosa vedere in Australia: il Red Centre

Difficilmente torno due volte nella stessa destinazione, perché sono sempre troppo vogliosa di scoprire posti nuovi. Il Red Centre è stato una delle poche eccezioni. Me ne innamorai durante il primo viaggio in gruppo da Darwin ad Alice Springs, e ci sono tornata molto volentieri una seconda volta quando la mia amica Laura è venuta a trovarmi dall’Europa prima che lasciassi l’Australia per rientrare in Italia (scopri perché ho deciso di mollare tutto per tornare in Italia).

van life Australia

Il Red Centre è il cuore pulsante dell’Australia, un deserto di terra rossa punteggiato da arbusti e cespugli verdi inaspettati. Infatti, contrariamente all’immaginario classico del “deserto”, qui non solo c’è vita e vegetazione, ma addirittura ospita centinaia di diverse specie di piante e uccelli!
L’attrattiva indiscussa è Uluru (chiamato in inglese Ayers Rock) un must tra le cose da vedere in Australia.
Tuttavia, ci sono anche altri siti straordinari da non perdere come Kata Tjuta e Kings Canyon.

Kata Tjuta Australia

Percorsi trekking a Kings Canyon e il Giardino dell’ Eden

Il Nord America è conosciuto per il Grand Canyon, l’Australia ha la sua versione in piccolo che si chiama Kings Canyon. Lo so, nulla a che vedere, ma in quest’area rimane comunque un punto di forte interesse.

Il Kings Canyon fa parte del Watarrka National Park, situato a circa 100 km dal Parco Uluru & Kata Tjuta.
Il canyon si apre tra pareti di arenaria rossa alte 100 metri ed è possibile fare un percorso a piedi di 6 chilometri lungo il suo perimetro.

Non è nulla di troppo impegnativo, tuttavia bisogna tener presente il caldo, visto che le temperature d’estate possono diventare insopportabili, soprattutto in assenza di luoghi riparati all’ombra, quindi si consiglia di visitarlo presto la mattina.

Kings Canyon Australia

Inoltre, è sconsigliato alle persone che soffrono di vertigini, se vuoi evitare di camminare sul bordo con la tua amica aggrappata al braccio al punto di fermarti la circolazione 🙂
A parte gli scherzi, Laura è stata bravissima, ha percorso tutto il sentiero sfidando la sua paura del vuoto, e che soddisfazione! Il panorama che si vede da lassù ne vale certamente la pena, ma è interessante scendere anche all’interno del canyon dove si trova il Giardino dell’Eden, una piccola oasi circondata da fresca vegetazione.

Kings Canyon Australia

Non lontano dal canyon si trova un’area campeggio attrezzata, dove ci siamo fermate col nostro van.

Kata Tjuta: le tante teste oltre Uluru

Conosciute anche come “The Olgas”, Kata Tjuta nella lingua aborigena significa “tante teste”.

Si tratta infatti di 36 cupole rocciose misteriose formatesi 500 milioni di anni fa e facenti parte dello stesso parco di Uluru, da cui distano all’incirca 20 km.
A me personalmente hanno colpito tanto quanto Uluru, forse perché non me le aspettavo, consiglio quindi di prendere il giusto tempo per esplorarle attraverso uno dei circuiti a piedi a disposizione: il più breve di 2,6 km, chiamato Walpa Gorge, oppure il Valley of the Winds, percorso di 7,4 km che conduce dritto al cuore di questo sito straordinario.

Kata Tjuta Australia

Uluru (Ayers Rock): non solo una “grande roccia”

Uluru è il simbolo indiscusso dell’Australia, il cuore della cultura aborigena, un luogo difficile da descrivere a parole perché rappresenta molto di più di una semplice roccia, come viene considerato da molti.

Il mio primo “incontro” con Uluru è stato qualcosa di mistico e indimenticabile. La sveglia suonò alle 3:30 della notte, dovevamo partire presto per arrivare in tempo per vedere le luci dell’alba. Durante il tragitto in minibus la nostra guida aveva messo in sottofondo una cassetta di musica aborigena che creava un’atmosfera quasi romantica.

Ricordo ancora il buio pesto tutto intorno a noi che ci impediva di vedere a una spanna dal nostro naso. Ancora mezza addormentata e con la testa appoggiata contro il finestrino, ad un certo punto mi sono voltata e alla vista del profilo di questo masso enorme mi emozionai.

cosa vedere in australia alba a Uluru

Giunti al parcheggio abbiamo aspettato che lentamente le luci del mattino dipingessero Uluru e il deserto circostante di note di colore calde e delicate.

È stato incredibile vedere come tutto appare differente nei vari momenti della giornata a seconda della luce del sole.

Due anni dopo tornai con la mia amica Laura sia all’alba che al tramonto, perché sono davvero due momenti magici per godere di questo monumento naturale in tutto il suo splendore.

Il secondo giorno facemmo pure un giro in sella a dei cammelli al tramonto, di cui però non ho nessuna traccia fotografica in quanto Laura ha inavvertitamente cancellato tutte la scheda memoria durante il viaggio di ritorno a Sydney, peccato 🙁

Uluru tramonto

Forse non tutti sanno che Uluru non è una montagna ma bensì una roccia, di 348 metri di altezza e ben 9 Km di circonferenza.

Al tempo della mia visita era ancora permesso salire fino alla sommità, sebbene i cartelli apposti dalle popolazioni aborigene locali chiamate Anangu, chiedessero esplicitamente di non scalare in quanto questo è per loro un luogo sacro. Io non ero interessata a salire a tutti i costi, provo sempre un gran rispetto nei confronti delle culture e tradizioni locali.

Uluru Climb

Per fortuna successivamente il Governo Australiano ha finalmente vietato l’accesso alla sommità di Uluru.

Entrambe le volte ho percorso il sentiero di 10 km che segue tutto il perimetro del monolito, lungo il quale è possibile vedere le varie formazioni rocciose e reperti di arte rupestre, testimoni di una cultura antica più di 30,000 anni.

Un luogo davvero magico dove personalmente ho percepito una forte carica spirituale, al pari di quella provata visitando altri grandi monumenti di differenti religioni come il Convento di Cristo a Tomar in Portogallo, la Grande Moschea di Casablanca in Marocco o ascoltando il canto delle preghiere dei monaci al Tempio Doi Suthep a Chiangmai in Thailandia.

Ogni cultura ha la propria spiritualità e tradizioni; viaggiare ci dona l’opportunità esclusiva di poterle scoprire, per questo è importantissimo approcciarle tutte col massimo rispetto.

Uluru dipinti rupestri aborigeni

Note sulla popolazione aborigena

Alcune aree del Parco sono oggi riservate esclusivamente alle popolazioni indigene.
Questa è una sorta di riscatto che il governo australiano ha concesso agli aborigeni, che per secoli sono stati privati delle loro terre e costretti a vivere ai margini della società.
Quello degli Aborigeni è infatti un tema molto caldo in Australia, una pagina nera della storia del Paese.
Sapevi che gli Aborigeni hanno ottenuto il diritto al voto solo negli anni ’70?
Per secoli sono stati trattati senza dignità, espropriati delle proprie terre dove vivevano da migliaia di anni, senza parlare della controversa vicenda della “generazione rubata”, ovvero la politica applicata negli anni ’70 in cui molti bambini aborigeni sono stati portati via dalle loro famiglie per farli “adottare” da famiglie “bianche” che li crescessero ed educassero secondo i principi “occidentali”.

Ancora oggi è difficile incontrare aborigeni integrati nella società. Io in due anni che ho abitato a Sydney ne ho incontrati solo due, uno vestito in abiti “tradizionali” che col suo didgeridoo di esibiva a Circular Quay per racimolare qualche spicciolo, l’altro proprietario di un negozio di souvenir. Molti infatti vivono fuori dalle città, in vere e proprie riserve simili a quelle degli indiani d’America, dove appunto hanno l’accesso “riservato”. Altri ahimè sono ridotti a vivere al margine della società, come molti che si incontrano proprio nelle cittadine del Northern Territory, in particolare Alice Springs.