Sei appassionato di attività avventurose e sempre alla ricerca di esperienze adrenaliniche quando viaggi?
La mia risposta è SI! Questo non significa però che ho bisogno necessariamente di adrenalina per divertirmi, anzi, mi definirei piuttosto una persona pacata ma sempre alla ricerca di esperienze nuove, pronta a sfidare i miei limiti e uscire dalla mia zona di comfort
Insomma, difficilmente mi tiro indietro, quindi nei miei viaggi ho collezionato una serie di avventure via aria, terra e acqua che hanno aggiunto un po’ di brio e di emozione alla mia esplorazione di nuove destinazioni.
Ho così pensato di fare una sorta di “classifica” delle mie 5 migliori esperienze che ho vissuto durante le mie vacanze avventura legate a ciascuno di questi elementi.
Avventure via aria
Heli-hike in Nuova Zelanda
Una delle tappe del tour che ho fatto in Nuova Zelanda con Adventure Tours è stata al ghiacciaio Franz Joseph, dove avevamo a disposizione una mezza giornata per scegliere l’attività che più ci intrigava per esplorare la zona.
Quando ho trovato al centro informazioni il pacchetto che comprendeva volo panoramico in elicottero più breve trekking sul ghiacciaio con ramponi mi sono lasciata subito affascinare dall’idea. Gli allora $300 (risale al 2010, ora è più che duplicato!) non erano proprio una cifra modica, ma è bastato chiedersi “Quando mi ricapita?”, e la risposta è stata scontata.
E infatti non mi sono mi pentita di questa piccola follia perché vedere il ghiacciaio dall’alto dell’elicottero prima di atterrare a pochi metri e proseguire con i ramponi ai piedi (che per me donna di monti estivi erano accessorio sconosciuto), esplorando piccoli cunicoli scavati nel ghiaccio che vedi solo nei documentari, è stata un’esperienza indimenticabile.
Il trekking di per sé non era nulla di troppo impegnativo, circa 3 ore di camminata, anche se ovviamente è necessario essere in forma. Non devi preoccuparti per l’attrezzatura perché fortunatamente è inclusa nel prezzo, quindi basta coprirsi bene, indossare i ramponi e lasciarsi guidare nell’esplorazione di questo fantastico mondo di ghiaccio.
Parapendio ad Annecy
Quando mi proposero di fare parapendio non avevo idea di come funzionasse perché non avevo mai “volato”. Ero ad Annecy per un breve soggiorno, una graziosissima cittadina adagiata sulle sponde del lago, che ho scoperto solo successivamente essere una delle destinazioni più quotate al mondo per praticare proprio il parapendio!
Purtroppo non sono stata in grado di ritrovare i contatti della compagnia con cui ho volato perché organizzarono tutto i miei amici che erano originari di lì, quindi mi sono fidata e lasciata “trasportare”.
Come funziona il parapendio? Innanzitutto, voli in coppia con un istruttore qualificato che si occupa di tutte le manovre necessarie al volo. Si parte da una collina o rilievo già imbragati e attaccati sul fronte dell’istruttore e il paracadute già dispiegato. La partenza è stata forse la parte che più mi ha messo paura perché ti viene chiesto di correre in discesa giù per un pendio e continuare finché non si sente più la terra sotto i piedi, una cosa non molto “spontanea” vien da dire.
E invece succede tutto in maniera così dolce e naturale che, quando meno te lo aspetti, senti il paracadute riempirsi d’aria e tirarti leggermente indietro facendo resistenza alla tua corsa finché, senza nemmeno accorgertene, le tue gambe stanno andando nel vuoto e improvvisamente realizzi che stai volando!!
Non ti resta che rilassarti e goderti il panorama. Non mi è mai più ricapitata occasione di fare parapendio ma è sicuramente un’attività che rifarei senza pensarci due volte perché dona davvero una bellissima sensazione.
Volo panoramico in elicottero sulla Grande Barriera Corallina
Quando vivevo in Australia lavoravo per un tour operator di incoming, quindi avevo la fortuna di avere ottimi sconti su tantissime attività fornite dalle compagnie con cui collaboravamo. Tra queste c’era anche il volo panoramico in elicottero sulla barriera corallina in Queensland. Un volo di circa 30 minuti che, decollando dalla cittadina di Cairns (una delle basi predilette per esplorare questa zona), sorvola la barriera corallina fino all’isola Green Island. Il costo al pubblico di questa attività era all’epoca circa 400 dollari a persona, qualcosa di inavvicinabile per me, per fortuna ho potuto sfruttare uno sconto del 50% che mi ha regalato quest’opportunità unica.
Volo panoramico Everest Express
Il mio viaggio in Nepal è stato decisamente troppo breve e mi sono ripromessa di tornarci un giorno per fare un po’ di trekking. Quando arrivammo a Kathmandu non ci fu possibile vedere i monti dell’Himalaya per quasi due giorni perché coperti da una coltre di nubi e nebbia. Ero così demoralizzata di essere così vicina e non riuscire a vederli.
Finalmente però il terzo giorno il meteo sembrò migliorare, quindi prenotammo un volo panoramico sulla catena dell’Himalaya che ci portò faccia a faccia con il re di tutti: l’Everest, con i suoi 8848 metri di altezza.
La realtà è che non sembra poi così tanto alto essendo circondato da altri monti imponenti che svettano anche loro tra i 7 e 8000 metri. Il volo aveva un costo di circa 200 dollari a persona (nel 2017) con i quali era incluso l’accesso al cockpit per godere della visuale del pilota e un bicchiere di spumante, per farti sentire un vero VIP :), anche se per me l’attenzione era tutta rivolta a quei monti là fuori a cui ho promesso di tornare un giorno a trovarli.
Skydiving a Sydney
Diciamo la verità. Questa non è stata una mia scelta ma un “regalo” da parte del mio fidanzato dell’epoca (probabilmente un tentativo di liberarsi di me, mi vien da pensare:). La prima volta che ci siamo recati a Wollongong (circa 80Km a sud di Sydney) alle 6 del mattino, ero ancora ignara di cosa mi attendesse. Ma quel giorno a causa del troppo vento non fu possibile lanciarsi. Così siamo dovuti tornare una seconda volta (pensate che doppia ansia!). A questo giro ci fu l’ok per il volo. Imbarcati su un piccolo velivolo 7 incoscienti legati alla pancia di altrettanti istruttori con una lunga esperienza alle spalle (il mio per esempio era già al suo sesto lancio… di quel giorno!) ci siamo ritrovati nel giro di poco tempo a 15,000 piedi di altezza. Lì non hai più scampo, succede tutto in un attimo: lo sportellone dell’aereo si apre e nel giro di pochi secondi vedi scomparire come risucchiati i tuoi compagni e, senza che tu abbia tempo di realizzare cosa stia succedendo, ti ritrovi già aggrappato sporgendo dall’aereo e hop, si salta nel vuoto per una caduta libera di un minuto a 200Km all’ora. Molte compagnie offrono lanci che durano 40 secondi, la nostra ben 60 che può sembrare nulla e invece credetemi, sembra un’eternità! Hai tempo per veder scorrere tutta la tua vita davanti agli occhi e sperare che il paracadute si apra. Anche questa volta non siamo stati fortunati con il meteo e abbiamo saltato dentro a nuvoloni grigi senza vedere cosa ci fosse sotto di noi. È stata una sensazione strana e molto disorientante, fino al momento in cui ho sentito il paracadute aprirsi e mi si è aperta davanti una visuale mozzafiato sulla baia e il mare facendomi, finalmente tirare un sospiro di sollievo. La parte di discesa fino all’atterraggio sulla spiaggia è stata la mia preferita. Ho capito di non essere una patita di attività troppo adrenaliniche, ma senza dubbio un’esperienza da provare una volta (basta quella!) nella vita.
Avventure via terra
Trekking in cresta all’Appennino Tosco-Emiliano
Sono originaria della Lunigiana, un’area nell’estremo nord della Toscana, ornata dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Nonostante questa vicinanza ai monti, sono cresciuta con una naturale propensione verso il mare, che distava da casa solo 30 minuti in auto.
Dopo aver vissuto però in due paesi sostanzialmente “piatti” come il Belgio e l’Australia, una volta rientrata a casa, ho provato un richiamo naturale verso i monti che da sempre vedevo dalla finestra di casa.
La mia prima esperienza in Appennino fu indimenticabile, sotto tutti i punti di vista! Partiti in un gruppetto di 6 alla mattina presto di un giorno soleggiato di metà agosto come tanti altri, con gli zaini pieni di cibo e tende per passare la notte, dopo qualche ora di cammino sul crinale e 800metri di dislivello in salita nelle gambe, ci siamo ritrovati nel mezzo di una tempesta in formazione con venti tanto forti da riuscire a stento a stare in piedi. Impossibile con queste condizioni piantare le tende dove ci eravamo prefissati di passare la notte, quindi l’unica soluzione era quella di continuare a camminare finché non trovassimo una zona più riparata.
Più volte ci siamo guardati indietro ipotizzando di rientrare a casa, ma ormai eravamo oltre la metà del percorso quindi non ne valeva la pena.
Abbiamo continuato a camminare per ore (12 in totale!) finché stremati abbiamo piantato le tende in un piccolo bosco appena sotto il crinale. Ma non è finita qui! Di notte siamo stati svegliati da raffiche di vento che scuotevano la nostra tenda al punto di doverci aggrappare per tenerla attaccata a terra, oltre ad una piccola scossa di terremoto, proprio per non farsi mancare nulla.
Unica nota positiva, la mattina seguente abbiamo realizzato di essere molto vicini alla nostra meta, per fortuna, perché io ormai riuscivo a malapena a camminare dall’acido lattico accumulato 🙂 E pensare che nonostante questo battesimo di fuoco, direi quasi traumatizzante, mi sono innamorata dell’Appennino e continuo a tornarci ogni anno sia per fare trekking che per dormire in tenda, lassù dove quel giorno ci ritrovammo dispersi in mezzo alle nuvole.
Il deserto rosso dell’Australia in van
Guidare un van lungo la costa est o attraverso il deserto rosso al cuore dell’Australia rappresenta un sogno per tanti viaggiatori.
Dopo 2 anni vissuti a Sydney e tanti viaggi in lungo e largo per il Paese, decisi di rientrare in Europa ma, prima di partire, la mia amica Laura venne a trovarmi. Sfruttammo l’occasione per partire all’avventura in van nel Red Centre (leggi l’itinerario completo nel mio articolo “Il cuore dell’Australia”).
Ora immagina 2 ragazze di città e 1 van nel deserto e l’avventura è garantita.
Per fortuna in questa parte dell’Australia non ci si può sbagliare perché c’è un’unica strada diritta che attraversa tutto lo stato del Northern Territory e il traffico è talmente minimo che è più semplice anche affrontare la strada con la guida a destra.
In realtà per me era la seconda volta in questa parte del continente dei canguri, la prima volta c’ero stata con un tour di gruppo, ma avevo amato talmente tanto Uluru e tutto quel che ci sta intorno, che sono stata felicissima di tornarci. Intraprendere questo secondo viaggio on the road in van è stata un’esperienza completamente differente che ci ha dato l’opportunità di immergerci pienamente nel paesaggio, viaggiando a ritmo lento senza inseguire dei programmi prestabili. Per non parlare delle notti passate nel silenzio assordante del deserto sotto una coperta di stelle luccicanti.
Alla nostra partenza onestamente eravamo un po’ intimorite di non riuscire a cavarcela, quindi cercavo di farmi coraggio mostrando piena sicurezza e convincendo anche Laura che non avevamo nulla da temere. Ma arrivate al termine del viaggio eravamo ormai due guidatrici provette ed esperte di campeggio in natura, fiere di noi stesse per aver sfidato i nostri timori uscendo dalla nostra area di comfort, che ci ha permesso di vivere un’avventura indimenticabile.
Trekking tra le tribù del nord della Thailandia
Dopo l’esperienza provante che vi ho raccontato al punto 1, ho poi intrapreso altri numerosi sentieri nei monti vicino casa, fino a che, nel 2018, è stata la volta della Thailandia! Va bene, lo ammetto, la Thailandia non è propriamente la meta prediletta per fare del trekking, ma si dovrà pur cominciare da qualche parte 🙂
La verità è che ero invitata al matrimonio di un amico a Chiangrai, quindi colsi l’occasione per esplorare quella zona, visto che anni prima avevo già fatto un viaggio tra Bangkok e Chiang Mai.
Scelsi un trekking di 3 giorni tra i villaggi tribali situati nelle colline intorno a Chiangrai. 33 Km in 2 giorni e mezzo con uno zaino da 12 kg camminando nel caldo umido a 30+ °C non è stata proprio una passeggiata, soprattutto se la notte per riposarti hai a disposizione solo una stuoina adagiata sul pavimento di legno. Ma io son testarda e determinata e se mi metto in testa una cosa la porto a termine (ok, il mio fidanzato dovette correre in mio soccorso un paio di volte nel portare lo zaino), ma il fatto di avercela fatta, sebbene con non poca fatica, mi ha dato la carica per tentare nuovi viaggi a piedi (leggi qui la mia prima esperienza in cammino sulla Via del Volto Santo).
In bici alle Cinque Terre
Devo fare una premessa, ho un pessimo rapporto con la bici. Questo è il motivo per cui in mezzo a tutte queste esperienze off limits trovate un “banale” tour di 35 km, per di più con bici a pedalata assistita.
Non me lo so spiegare, sono in grado di camminare o danzare per ore senza tregua, ma mettetemi su un sellino e sono distrutta dopo 5 km, non ho mai capito come sia possibile. In passato ho lavorato come travel designer per creare prodotti turistici sostenibili per promuovere la mia regione, incluse le vicine Cinque Terre. Essendo queste ultime gravate da un turismo di massa ormai dilagante, l’unica soluzione per poterle visitare in maniera ancora pressoché fuori dai circuiti turistici, è quello di pedalare lungo i suoi sentieri e strade panoramiche che offrono l’opportunità di godere di scorci e panorami mozzafiato sui caratteristici paesini arroccati, il mare e i vigneti terrazzati. Le Cinque Terre sono un po’ sali e scendi ma, credimi, con l’aiuto dell’assistenza motore, chiunque può farcela! Attenzione però, non sono bici elettriche che funzionano come motorini, è sempre necessario pedalare, anche se l’assistenza ti darà la sensazione di avere qualcuno che ti spinge, proprio come quando eri piccolo e i tuoi genitori ii aiutavano mentre imparavi a pedalare 🙂
Parco avventura in Toscana
Eggià Toscana, perché mi piace sempre trovare nuove avventure da provare anche vicino casa.
Sono cosciente che la Toscana non sia riconosciuta come meta per attività all’aria aperta, né tantomeno avventura, ma la verità è che ce ne sono moltissime! (scopri di più nel mio articolo Toscana Avventura). Nel 2018 ho collaborato con un tour operator locale nella creazione di prodotti avventura nella nostra Regione che abbiamo poi presentato al Summit mondiale del turismo avventura. Ho avuto l’opportunità di accompagnare un gruppo di tour operator alla scoperta della Lunigiana e Garfagnana dove una delle attività del nostro itinerario era proprio il Parco Selva del Buffardello a San Romano.
Si tratta di un parco immerso in un bosco di abeti e castagni dove sono stati ricavati vari percorsi sugli alberi attraverso prese di arrampicata, slackline tra una piattaforma e l’altra, ziplines e molto altro. Si pensa spesso erroneamente che questo genere di parchi siano un “gioco da ragazzi”, rivolti più a famiglie e bambini, in realtà la maggior parte dei percorsi sono piuttosto impegnativi e quindi divertenti anche per gli adulti. Provare per credere!
Avventure d’acqua
Nuotare con le manta sulla Costa Ovest dell’Australia
Quando si pensa allo snorkeling in Australia la nostra mente è proiettata naturalmente sulla Grande Barriera Corallina situata a largo della Costa Est.
In pochi però sanno che sulla costa occidentale c’è una seconda barriera corallina, molto meno frequentata dai turisti e, a mio avviso, con nulla da invidiare alla sua sorella maggiore.
Il Ningaloo Reef si trova di fronte a Coral Bay, una parte di costa caratterizzata da spiagge infinite di sabbia bianca e acqua turchese da sogno dove è possibile esplorare con la maschera, anche direttamente dalla spiaggia, bellissimi coralli colorati abitati da numerose specie di pesci, squali (tanti!), tartarughe marine e, a seconda della stagione, è possibile nuotare con gli squali balena oppure con le razze giganti, come ho fatto io.
Dopo aver partecipato ad un matrimonio a Perth a metà Dicembre (che in Australia è come dire Agosto), col mio fidanzato avevamo noleggiato un auto e guidato lungo la costa fino a Exmouth, senza un programma di viaggio specifico. Una volta giunti a Coral Bay, abbiamo trovato questo tour giornaliero per fare snorkeling sulla barriera corallina e nuotare con le manta.
Eravamo verso il termine del nostro viaggio ed ero già innamorata della Costa Ovest Australiana, una delle aree che ho adorato di più in assoluto, e quest’esperienza è stata la ciliegina sulla torta.
Raggiunta una certa distanza dalla costa, i nostri accompagnatori di immersione hanno localizzato la manta e al loro segnale ci siamo buttati in acqua con maschera e pinne e abbiamo nuotato per 10-15 minuti circa a pelo dell’acqua appena sopra di lei. Può sembrare un tempo molto breve ma devi sapere che mentre la manta avanza leggiadra, ad ogni sua battuta d’ali corrispondono circa 10 bracciate nostre, quindi starle dietro equivale ad una 100 metri a stile libero!
Nonostante la fatica per tenere il passo, è stata un’esperienza molto emozionante poter osservare da vicino un animale così maestoso nel suo ambiente naturale e, in aggiunta, avere accanto una piccola tartaruga che nuotava assieme a me 🙂
Canyoning a Queenstown
Ogni viaggio all’isola sud della Nuova Zelanda che si rispetti fa tappa a Queenstown, la capitale mondiale per eccellenza per l’avventura.
L’itinerario del mio viaggio di 10 gg con Adventure Travel comprendeva un giorno libero a Queenstown, durante il quale ognuno di noi poteva scegliere una delle tante esperienze adrenaliniche offerte in città.
Io mi ero prenotata per un tour in deltaplano ma, purtroppo, il giorno prima è stato annullato a causa delle condizioni del vento non idonee, così ho optato per un canyoning. Era la primissima volta che provavo quest’attività e mi è piaciuta un sacco!
Che cos’è il canyoning? Si tratta di esplorare un fiume, spesso all’interno di un canyon, a piedi, con tuffi, calate con corda, zipline (carrucole) e toboggan (scivoli naturali sulle rocce del fiume).
Non ho più avuto occasione di provare il deltaplano, chissà, magari in futuro, ma sono felice del cambio di programma così ho provato un’altra fantastica avventura in acqua che è il mio elemento preferito.
Surf in Australia
L’Australia si sa, è conosciuta per le sue spiagge popolate da surfisti, quindi se ci abiti non puoi esimerti almeno dal provare. Ci sono tante spiagge popolari per fare surf, a Sydney quella prediletta dai turisti internazionali è Bondi perché ben riparata, quindi le onde sono più “gentili” e adatte anche a principianti.
Nonostante abbia abitato a Sydney per 2 anni non ho mai provato a fare surf lì perché le spiagge (e le onde) sono troppo affollate e non mi sentivo a mio agio.
La prima volta che provai a salire su una tavola fu invece nelle spiagge vicino a Newcastle, un paio di ore a nord di Sydney, dove avevamo trovato delle spiagge completamente deserte. Quando rientrammo a casa dopo il weekend, scoprimmo dai nostri amici australiani che quella zona era molto frequentata dagli squali, questo forse il motivo per cui non c’era nessuno 🙂
Ma torniamo al surf, ammetto di non essermici dedicata abbastanza. La verità è che è uno sport estremamente faticoso che richiede una gran pazienza perché passi ore nell’acqua aspettando l’onda perfetta, provando ad alzarti e cadendo mille volte facendoti risucchiare dalle onde, prima di riuscire a stare in equilibrio per pochi secondi.
Risultato? Ho capito che non fa per me e a ricordarmelo ho una cicatrice sulla mano destra procurata proprio dalla tavola durante questo mio primo approccio. Scherzi a parte, non ho più riprovato ma mi piacerebbe un sacco!
Rafting in Australia
Durante il mio viaggio in Queensland ho partecipato ad un tour di mezza giornata sul Barron River. La difficoltà di un rafting si misura internazionalmente su una scala di 6 gradi, in cui 1 è il livello più basso e 6 quello più impegnativo.
Quello a cui ho partecipato io era un livello 3, quindi di media difficoltà e infatti è stato piacevole, con la giusta dose di divertimento a scendere da piccole rapide e testare il lavoro di squadra con le manovre per virare ed evitare rocce e pericoli.
È stata la mia unica esperienza di rafting, onestamente preferisco altre attività d’acqua come lo snorkeling o il canyoning.
Wakeboard in Australia
Quest’attività non è sicuramente popolare in Australia, meglio conosciuta per il surf e lo snorkelling, ma dopo due anni a Sydney durante i quali ho vissuto le avventure più disparate (alcune descritte anche in questo articolo) c’è stato tempo anche per un po’ di wakeboard.
Abbiamo fatto una gita fuori porta all’ Hawksbury River, a circa 1 ora e mezzo nord-est di Sydney. Onestamente ignoravo persino l’esistenza di questo tipo di attività. Non avendo alcuna esperienza di attività “simili”, tipo lo skateboard o snowboard, non è stato immediato capire il meccanismo di equilibrio sulla tavola, soprattutto mentre sei trainato da una barca.
Ma una volta trovata la giusta posizione, essere in piedi e scivolare sul pelo dell’acqua è una bellissima sensazione.
Quale è il tuo elemento?
Per me è difficile sceglierne uno. Ho apprezzato tutte le attività descritte in questo articolo e sono sempre pronta a provarne di nuove.
Forse l’elemento che più mi rappresenta è l’acqua, ho sempre nuotato fin da quando ero piccola e amo tutte le attività in acqua, sia in mare che nei fiumi, non a caso sono anche un bagnino di salvataggio e istruttrice di nuoto.
Sono cresciuta vicino al mare e adoro fiumi, cascate e piccole lagune naturali quindi, sia a casa che quando sono in viaggio, cerco sempre la giusta dose di avventure in acqua.
[…] è necessario buttarsi con un paracadute o in un fiume (cose che peraltro ho fatto come racconto in questo articolo dedicato alle attività avventura durante i miei viaggi) ma anche esperienze più semplici e spesso anche a km0 mosse dalla nostra […]